venerdì 4 marzo 2011

Beatrice Maffei | una donna alla scienza
in Trentino

Nasce a Rovereto nel 1901, figlia di Gaspare Baldessare Maffei (fu Tommaso - ramo cavaliere di origine Toscana di investitura francese - riconosciuto dall'Imperatore d'Austria nell'XIX a tutta la discendenza tra quattro rami Maffei in Trentino). Nel 1923 ottenne il diploma di insegnante di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e quindi si perfezionò con il maestro M. Alfredo Casella. Segue corsi di ritmica con un alievo di J. Dalcroze. Nel 1927 ottenne il dottorato di ricerca in Scienze Naturali con i professori Sergi, Grassi e Fano. Specializzazione isto-fisiologica e di scienze dell'alimentazione. Dal 1930 al 1943 venne incaricata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma di attendere ad un servizio in scienze biologiche nel settore bibliografico (comunicazioni scientifiche per intendersi), in lingua italiana, francese, inglese e tedesca. Dipinge e possiede un certo buon gusto per l'arredo che a Roma diviene uno dei suoi hobbies. A Rovereto e a Roma frequenta Carlo Belli, Fortunato Depero e Rosetta, Vittorio Casetti. Grazie alla sorella educata in Svizzera, stringe contatti con la patria neutra. Tra i suoi carteggi più significativi c'è quello su Antonio Rosmini con l'Istituto di Torino, con le colleghe prima della guerra e nel suo scoppio e con vari istituti di ricerca Trentini. Ha cooperato con il gruppo Scout di Rovereto per anni - una volta vollero prenderla in giro dicendo che non avevano certo bisogno di lezioni di naturismo (lettera). Era single ma dal suo contegno credo che mise al centro la stima e l'affetto di Carlo Belli. Ha scritto un romanzo: Albertine che ne riporta l'introduzione. La corrispondenza personale con l'artista che viveva a Roma, era fitta di considerazioni famigliari, civili e a volte politiche nel confronto tra eventi e tensioni terroristiche, ruolo della chiesa nel passato (II guerra mondiale) e necessità che la donna non diventasse eccessivamente imitazione del machismo come ricaduta del Fascismo imperante.