domenica 21 agosto 2011

tipico di Barbieri... trovare sempre una cosa che (...) fa dell'eccezione la regola

Bene allora consideriamo che il fuoco, la fiamma sia data dalla colonna, benché non porfiriaca quindi non è un assioma o un albero o una ratio dizionariale/enciclopedica, ma quasi un 'luogo' piuttosto - sopra come se fosse un tavolo ribaltato, presente certe cose di Giulio Paolini, dove a specchiarsi è la roccia, come una mappa di chissà dove (...) volendo alludere al luogo non potrebbe essere più preciso di così - poi in effetti sei stato davvero elegante nello scorcio perché la fischelle sulla sinistra non l'avremmo notata, affine agli angeli architetti, misura cosmologica del fato persino della durata, Dedalo che si ritrova con Icaro precisamente in metafora dove al massimo dovremmo trovare ali angeliche c'è solo l'incutere di una spada ben affilata... può darsi che quella 'cordina' sia mera struttura e che al suo posto andasse veramente la spada mancante, invece, ma di chi è di Cellini? Forse sarebbe l'unico a far apprezzare contrasti minimali così immediati senza ingigantire la portata enciclopedica dell'assunto.

venerdì 4 marzo 2011

Beatrice Maffei | una donna alla scienza
in Trentino

Nasce a Rovereto nel 1901, figlia di Gaspare Baldessare Maffei (fu Tommaso - ramo cavaliere di origine Toscana di investitura francese - riconosciuto dall'Imperatore d'Austria nell'XIX a tutta la discendenza tra quattro rami Maffei in Trentino). Nel 1923 ottenne il diploma di insegnante di pianoforte al Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e quindi si perfezionò con il maestro M. Alfredo Casella. Segue corsi di ritmica con un alievo di J. Dalcroze. Nel 1927 ottenne il dottorato di ricerca in Scienze Naturali con i professori Sergi, Grassi e Fano. Specializzazione isto-fisiologica e di scienze dell'alimentazione. Dal 1930 al 1943 venne incaricata dal Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma di attendere ad un servizio in scienze biologiche nel settore bibliografico (comunicazioni scientifiche per intendersi), in lingua italiana, francese, inglese e tedesca. Dipinge e possiede un certo buon gusto per l'arredo che a Roma diviene uno dei suoi hobbies. A Rovereto e a Roma frequenta Carlo Belli, Fortunato Depero e Rosetta, Vittorio Casetti. Grazie alla sorella educata in Svizzera, stringe contatti con la patria neutra. Tra i suoi carteggi più significativi c'è quello su Antonio Rosmini con l'Istituto di Torino, con le colleghe prima della guerra e nel suo scoppio e con vari istituti di ricerca Trentini. Ha cooperato con il gruppo Scout di Rovereto per anni - una volta vollero prenderla in giro dicendo che non avevano certo bisogno di lezioni di naturismo (lettera). Era single ma dal suo contegno credo che mise al centro la stima e l'affetto di Carlo Belli. Ha scritto un romanzo: Albertine che ne riporta l'introduzione. La corrispondenza personale con l'artista che viveva a Roma, era fitta di considerazioni famigliari, civili e a volte politiche nel confronto tra eventi e tensioni terroristiche, ruolo della chiesa nel passato (II guerra mondiale) e necessità che la donna non diventasse eccessivamente imitazione del machismo come ricaduta del Fascismo imperante.