giovedì 25 settembre 2008

La parole abrégé - Je

… the sun gets here in a brief lapse just when you turn the page… and like in a emotional deferred record it breaks-up in the iridescent voice that leapt – it is so unattended (as seemingly the way to tell of V. Woolf, or Deridda) and wording strand, ashore, ripples, gathering… eventually in a insight monologue (preferably as J. Joyce), abstracted its oscillating silence in rime … so much that it doesn’t even get to paint something else with words. In this case l’ésprite de finesse would try a sea diverting, with all the dolphins (as in Rapphael the triumph of Dorotea), an observatory reef, or a rock in an antique book as stumbling block, which might become a remembrance observatory…as in M. Proust…
To scan lightly the divergences, the misunderstanding, Galileo Galilei modestly proposed to observe, still, if we can, the movement of the sun, but fall, damned, uncomprehended. Yet to turn truth. To give a sign, the wrap idea, the lover that scale the mountain to perceive that oggetto amoroso (H. Hesse) that he cultivates in himself… be what it would be… it remains the headway of a ever consumed hope or the renewal of those subtle wonderings in spring, in its sacred aspect.
And full of dust, I rediscover a text of Ludovico Antonio Muratori belonged to my grand aunt Beatrice Maffei and as she worked in translation, and had experiences in an research library in CNR of Rome, before the second world war (between Futurism and Metaphysic aesthetic thoughts - between natural science and philosophy of life) I want to give You homage of a short art-semiotical study and translation, in the theme above, following some inclination of largest intent, when the book appeared with a turn,like a finger print echo, in the tenth-fifth chapter of the Trattato di Ludovico Antonio Muratori (bibliotecario del Serenissimo Signor Duca di Modena. In Venezia, MDCCXL. Presso Giambattista Pasquali con licenza de' superiori). And as I went on, my attention was all for the sixteenth chapter that I will here shortly recommend “Della Fantasia de' Filosofi”, through Italian.

(...) «Dobbiam dunque distinguere nella Filosofia due differenti sorte di cognizioni, cioè altro è il Sapere, altro l'Immaginare. Il Sapere, che Scienza ancora si appella, viene da Principi Certi, fondata sulla Chiara Evidenza delle cose, e dal retto Raziocinio, per cui da una indubitata notizia altre si deducono di eguale Certezza. All'incontro l'Immaginare è bensì lavorio della Mente, ma v'interviene anche la Fantasia: Medita un trafficante qualche negozio, che può recargli gran lucro. Chiama perciò in rivista le Immagini concernenti quel determinato oggetto, o esistenti già nella Fantasia, o formate allora da lui, cioè dagli accidenti favorevoli, gli ostacoli e i periculi, e i mezzi, che possono guidare al guadagno o alla perdita, e scegliendo dopo lungo scandaglio ciò, che sembra lui più probabile, immagina qual esito si possa promettere di quell'affare. Così egli va trattando di cosa, ch'è per essere, ma che non sa, se poi sarà a misura dei suoi desideri. Altrettanto fa non rade volte anche il Filosofo per ispiegare le cose, che realmente sono, ma non s'intende, come sieno. Giacché indagando i Principi, le Cagioni, le Maniere, le Relazioni &c. di tante cose o Materiali o Intellettuali, scorge, che mancano a lui, e ad altri ancora, Canocchiali e Microscopi per iscorprire il Vero e Certo d'esse: passa a maneggiar le Immagini della Probabilità e Verisimiglianza, tanto che compone una fabbrica, che può forse rappresentare il Vero, ma che non va esente dal pericolo d'essere fondata sul Falso. Se non può giungere ad intendere e mostrare, come sieno effettivamente le cose, immagina almeno, come potrebbono, o dovrebbono essere. Ideare ed Immaginare significa appunto il prendere materiali dalla Fantasia, che poi la Mente va maneggiando in maniera, che ne rifiuta un edifizio nuovo. Per conseguenza ogni sistema e Ipotesi altro non è, che Immaginazione, in cui ha parte ora più ora meno anche la Fantasia, se pure non li vuol taluno appellare manifatture propriamente spettanti a quella Potenza.
Dello stesso calibro non sono, benché nella stessa guisa formati, i Sistemi de' Filosofi. Si ben concertati compariscono alcuni d'essi, che si sostentano forte contro tutte le opposizioni, spiegandoli col supporto d'essi adeguatamente tutti i Fenomeni ed effetti di quella tale materia». (...) p. 198-199.

women as artistis in continuity

Alcune di queste donne artiste sono state rivisitate nella loro storia da Chadwick in uno studio di Women studies - acquistato a Roma - Palazzo delle Istituzioni - 1997

Lavinia Fontana
Artemisia Gentileschi
Sofonisba Anguissola e Lucia
Elisabetta Sirani
Diana Scultori
Marietta Robusti
Properzia De’Rossi
Caterina Van Hemessen
Anna Maria Schurman
Susanna Van Steen Wijck
Judith Leyster
Rachel Ruysch
Clara Peeters
Maria Merian
Rosalba Carriera
Marie Loir
Catherine Read
Francoise Duparc
Mary Delaney
Anne Seymour Damer
Angelica Kauffmann
Elisabeth-Loiuse Vigeé-Lebrun
Anna Vallayer-Coster
Harriet Power
Harriet Hosmer
Emma Stebbins
Edmonia Lewis
Anne Whitney
Vinnie Ream Hoxie
Katie Falkner
Camille Claudel
Georgia O’Keefe
Pablita Velarde
Isabel Bishop
Irene Rice Pereira
Lee Krasner
Dorthy Dehner
Louis Bourgeois
Loise Nevelson
Marisol
Nikki de Saint Phalle
Eva Hesse
Eva Marisaldi
Betye Saar
Lynda Benglis
Jackie Winsor
Michelle Stuart
Alice Aycock
Magdalena Abakanowicz
Judy Chicago
Ana Mendieta
Barbara Kruger
Marina Abramovic
Rebecca Horn
Rachel Whietread
Mary Kelly
Kiki Smith
Ida Applebroog
Helen Chadwick
Sophie Calle

giovedì 18 settembre 2008

relations entre les sciences naturelles et les sciences humaines

Il convegno mette in luce immediatamente il lavoro open_sources del fare scientifico attuale: sempre più wireless alcune delle ricerche attuali che condivido e che ho contribuito a mio modo credo a criticare sono sensibilmente volate da un'emisfero all'altro del globo. Mesi or sono, ormai si parla del febbraio 2008 - curiosando all'interno della problematica della modellizazione (siamo partiti con la definizione lotmaniana del sistema di modelizzazione primario che è la lingua fino ad indagare nelle opere i sistemi di modellizzazione del significato e quindi delle qualità prodotte in chiave di astrazione o di uscita da generi ritenuti erroneamente chiusi e finiti - namely a paritre dalla storia romana a tutte le sue "riprese", fino al Postmodernism, in chiave di riattualizzazione di una semiotica degli stili) ho cominciato a lavorare su alcuni algoritmi conscia che potevano essere euristiche adottabili dagli studenti per controllare le teorie e così sono state costruite delle serie di didattiche incentrate sulla science of writing con prove scritte, specialmente al Liceo Antonio Rosmini di Rovereto, con risultati lodevoli. Anni or sono, conoscendo alcuni dei testi di J. Petitot che ho visto la prima volta ad Urbino nel 2006, se non erro, sognavo di diventare una ricercatrice in filosofia nel mio ambito disciplinare e frequentare la scuola dell'Ecole des Hautes Etudes di Parigi che avevo visitato nel 1999 e dove avevo studiato alcune volte in biblioteca; ma ho intrappreso la SSIS dove ho contribuito a richiedere la formazione della sezione Arte e disegno, sperando nella direzione di Silvio Cattani che era già stato Preside di Faenza (ISIA), SSIS che è stata credo proprio dai francesi "limitata" al capolinea del ruolo di docente, senza possibilità di prosieguo (mi sembra quindi opportuno lamentare l'intersezione tra politica e insegnamento come unica possibilità da accettare o morire, optata da quelli di"lotta continua" nelle scuole per arrivare ai posti superiori, quanto sarebbe interessante forse prevedere una affiliazione con i dottorati per la didattica optando per il riconoscimento della SSIS alla stregua del famoso DEA per chi nella propria laurea magistrale ha presentato piani di studio affini alla ricerca in un dominio [biennalizzazioni et simili approfondimenti disciplinari] attraverso strumenti compatibili: invece che tre anni di dottorato farne un e mezzo "ridotto" attivato solo per prerequisiti di ricerca) il docente medio-superiore è solo un "ripetitore": affamato di aggiornamenti ma cosiderato un ricercatore minore, credo e ci scusiamo per il disagio arrecato ma non tutti credono che per migliorare la governance occorre essere inseriti in politica: c'è anche chi osserva che la politica dovrebbe essere «libera».
Ho posto a Buzzoni la seguente domanda: l'epistemologia riconosce la biografia professionale come oggetto storico culturale? se si deve poterne criticare l'abuso. E la riflessione successiva: può una persona intelligente-dedita, di fronte ad un sistema scolastico mal strutturato, trovare soluzioni migliori perché egli stesso è meglio strutturato? Questa sarebbe alta metacognizione - ma non si dice di solito a quale prezzo...

Parto dalla critica all'inefficacia degli algortmi nella scuola: elaborando le nostre conoscenze già dal quadrato logico semantico di Aristotele, si è infatti da tempo compreso che l'epistemologia adotta strumenti che possono essere efficaci, per la loro ricaduta in ambiti metodologici applicati, in varie scienze. Dal mio punto di vista, lettrice di alcuni dei saggi già nelle varie edizioni di Petitot - Cocorda, ho capito che uno degli elementi restituiti ad esempio da Tarozzi sul problema delle stereotipie e da Mason sulla valutazione, poteva essere stato riletto anche dai greimasiani e peirciani stretti come un aspetto di fondazione delle filosofie del linguaggio dell'estetica già da tempo ma in modo per così dire universalizzante - no bless obblige: chi procura danni cercando il tuo punto forte e trasformandolo in debole, in qualunque contesto informativo e comunicativo e giocando allo scopo distruttivo manifestatamente di concorrenza sleale e specialmente negando trasparenza alle sue proprie azioni e quindi ledendo la tua vita professionale è un terrorista culturale - non un professionista da premiare - Se parliamo di chi aborrisce la retorica in nome della sua antipatia da senso comune (si veda il doppio legame squilibrato che ha avuto il termine, cercherà di farne uso, togliendo di mezzo tutti gli analisti del testo che hanno cominciato con le regole aristoteliche o con lo studio della metafora, ad esempio, in modo inquisitorio e da leggi naziste), trasforma quindi la conoscenza in un idioletto, e non adotta semmai un linguaggio scientifico tuot court, contribuisce suo modo a creare un clima condiviso all'interno delle metodologie della ricerca storica con mezzi da guerriglia semiologica che a mio avviso non sono frutto dell'esercizio della logica per anotomasia: è pura ginnastica speculativa.

Veniamo al convegno di cui ho seguito alcune parti: dopo la curiosa relazione di Buzzoni e quella di D'Ottaviano che presentano i casi limite dell'incontro tra psicologia ed epistemologia come possibilità di ordinare un dominio a sé a distanza, la relazione di Dorato è parsa la più convincente: affiliazione tra scienze umane e scienza della natura, sentimento del tempo, cascata degli universali all'interno delle rispettive possibilità di interazione e semmai, il gusto, in miglioramento ora, di essere in grado di fare qualche riassunto ricapitolativo che ammetta, come farebbero gli scienziati umanisti, le proprie impasse: la relazione di Dorato l'ho percepita più vicina, se devo essere sincera alla modellizzazione di Itten, alla lettura sulle problematiche dell'enunciazione che sono poste tra sacro e profano nella rappresentazione possibile, data per altro all'interno della ricerca sul romanico proprio quest'anno, ma già presa dall'alveolo della geometria descrittiva applicata, che lo studioso riesce a sviluppare costituendo i margini dell'analisi sotto qualche aspetto e capacità, ovvero segmentando a sua volta quel particolare continuo. Se in storia dell'arte, il Battistero di Firenze rappresenta per quanto concerne l'Italia l'emblema di una tale rappresentazione di genere, architettonica, temporale, e persino di cooperazione tra arti ed episteme diverse, si pensi alla tradizionale alta formazione della chiesa, è proprio con la pedagogia della conoscenza, che si parla di ricerca epistemologica, storica e teorica dopo la scoperta dell'America, ad inizio di una modernità, compensata dalle grandi scoperte geometriche, ma certo innestata su aspetti di ricerca che hanno fatto del Rinascimento forse un breve éclat delle potenzialità della cultura latino-rinasciementale, ma certo di uno dei passaggi dal dato, dal fenomeno ai livelli metodologici ed epistemologici della teoria.

È innegabile che la ricerca nelle scienze umane nasca con l'insegnamento che è la sua "veste" pratica: solo con la ribalta, con la comunicazione la scienza diventa quel bagaglio minimo indispensabile che può darsi una logica di senso comunce proprio, che può divenire science of living.

Sotto questo auspicio, mi sembra, ogni «libertà» di ricerca, sia che voglia criticare o indirizzarsi alla rilettura di «microteorie» come la QT che credevo di recente formalizzazone già che l'avevo presa in prestito dalle congetture di Peirce, piuttosto che dalla retorica del quadrato Aristotelico, sembrano «giustamente» essere attualizzate in questa città della pace, come visioni d'insieme, permessi, consensi, a verificare la narratività teorica, la ricaduta nostalgica, la cristallizazione dei paradigmi a cospetto delle teorie ingenue utiizzate spesso nella massa mediologia. La formalizzazione è u procedimento non avulso dall'onestà intellettuale ma presenta passi di rischio che, superati, dovrebbero essere ripaganti quando sono propri.

Nella speranza che Vogliano rendermene atto, ho preso in considerazione un aspetto, quello numerico-storico dove psicologia, semiotica e filosofia del linguaggio sembrano aver accesso per garanzia di una tenuta di episteme, ma talora sono messe a mio avviso un po' ferro e fuoco attraverso alcuni stereotipi cabalistici: ho trovato che le tendenze più metaforizzanti sono espresse nel cinema, proprio nel genere fantascientifico, dove la paura e il coraggio, la prova del nove e l'idea della riduzione, sono ammesse per scoraggiare il peggio: ad ogni costo! Cercate i titoli di film dal 2000 in poi e leggete i titoli e fate il giro della chicciola @ se avete capito il gioco e le sue regole...



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